02/10/09

Oh No presents: Ethiopium - nuova uscita Stones Throw

Dopo la Turchia - il rock psichedelico dell’Anatolia rivisto e corretto, sminuzzato – condito attraverso spezie greche, italiane e libanesi - ed offerto attraverso un incessante martellare di breakbeat Oh No visita virtualmente un'altra grande terra foriera di ispirate tradizioni musicali. Siamo in Etiopia per questo nuovo esperimento sul suono curato dal minore dei fratelli Jackson (l’altro è Madlib ovviamente). I dischi li fornisce un grande collezionista come Egon, che da sempre ha avuto le mani in pasta nelle più intime faccende della californiana Stones Throw. L’album sarà pubblicato nella versione integrale a novembre, contemporaneamente all’omonimo caffè Ethiopium, che l’etichetta di Los Angeles lancerà più per vezzo promozionale che non per finalità strettamente commerciali.

Come al solito è un florilegio di suoni ed idee geniali a trionfare sulla scena, la brillantezza di Oh No non è solo nella tecnica dell’assemblaggio, ma nel gusto in cui anche i più coraggiosi degli accostamenti sembrano trovare un senso compiuto, una logica di appartenenza. Tenendo conto di quegli strepitosi anni 60 e 70, la musica etiope viene saccheggiata nei suoi più eclettici momenti, con dosi importanti di funk, jazz, soul, psichedelia e folklore locale. Un disco prettamente strumentale, se si esclude qualche vezzo locale tagliato finemente per l’occasione, quasi come un campione impazzito od un’allucinogena ciliegina sulla torta.

E’ un disco che può rapire i più smaliziati ricercatori di incredibile strange music come i patiti del turntablism, ma in generale tutti coloro che adorando la musica del passato vogliono vederla trasposta – con piglio documentaristico - su una pellicola dei giorni nostri.

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